• My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau Pavilion)

    2015

    My house is a Le Corbusier, is a project by Cristian Chironi featuring the numerous domestic structures around the world designed by the famous architect, in which the artist will reside for a period.

    Both a work in progress and a crucible of ideas, research and exhibition – not to mention a living experience – My house is a Le Corbusier is intended to evolve over the long term and culminate in the totality of all the experiences that Chironi will undergo while actually living for variable periods of time in the many homes designed by Le Corbusier around the world.

    The long-term project (which will unfold over the potential arc of 30 habitable homes by Corbusier in 12 countries) is a performance, stretched out over time, house after house. “Pilgrim houses”, inextricably tied to the movement and the intersection of diverse geographies and cultures.

    Chironi’s point of departure is a real historical episode: in the late 1960s, the Sardinian artist Costantino Nivola, who enjoyed a great friendship and collaboration with Le Corbusier, stopping by his hometown of Orani (also Chironi’s birthplace), entrusted his brother’s family with the construction of “Chischeddu” on a design by the great architect, with the hope that he and his sons, masons all of them, would scrupulously follow the plans. But they failed to understand the importance of this. Some time later, returning from Long Island, Costantino discovered that the house they had built did not correspond at all to the specifications which, as the entire family protested, “had neither doors nor windows and looked more like a shack than a house”. Costantino Nivola reacted by seizing the plans, which have since been lost. The house, which still stands today in Orani, built with a preference for low-brow functionality over the modernist vision of the architect, reflects only the ‘mood’, if that, of the original concept.

    Taking inspiration from this real episode, Cristian Chironi identifies the narrative potential for an analysis of a series of relationships in the contemporary, tied to the concepts of communication, reading and interpretation, with the consequent linguistic and socio-political implications. Falling, in this historical period of precarious economic stability, in the impossibility of owning one’s own home, bartering the freedom to live in the houses designed by Le Corbusier around the world.

    Chironi turns these houses into “privileged vantage points” to better understand how the legacy of Le Corbusier is perceived today, and in what condition the “home of man” currently finds itself. A reading of architecture through storytelling and the direct experience of its spatio-temporal dimension, where one can discuss and see the artist at work, partake in events, consult the assembled material or simply drink a coffee.

    The first stop in this geography of habitation is the Esprit Nouveau Pavilion in Bologna, after which he will move in April 2015 to the studio-apartment in Rue Nungesser et Coli, Paris.

    My house is a Le Corbusier is supported by the Fondation Le Corbusier in Paris.

    My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau Pavilion) is supported by the Fondation Le Corbusier in Paris in collaboration with MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Xing and the Region of Emilia-Romagna, and is documented by the publication realized by MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro and sponsored by ART CITY Bologna 2015 in concomitance with Arte Fiera.


    Parte da Bologna, il 7 gennaio 2015, My house is a Le Corbusier, un progetto di Cristian Chironi che ha al centro le numerose abitazioni progettate nel mondo dal celebre architetto, nelle quali l’artista trascorrerà un periodo di residenza.

    Al contempo opera work in progress, cantiere d’idee, ricerca, didattica, mostra, oltre che residenza, My house is a Le Corbusier ha l’ambizione di realizzarsi in un lungo periodo e di costituirsi come l’insieme di tutte le esperienze che Chironi potrà realizzare all’interno delle tante case progettate da Le Corbusier nel mondo, trascorrendo nelle stesse un periodo variabile di tempo. Il progetto a lungo termine (che si svilupperà sull’arco potenziale di 30 opere abitabili di Le Corbusier in 12 nazioni) è una performance dilatata nel tempo, casa dopo casa. “Abitazioni pellegrine” legate imprescindibilmente al movimento e all’incrocio di geografie e culture diverse.

    Chironi parte da un fatto realmente accaduto: nella seconda metà degli anni Sessanta, l’artista sardo Costantino Nivola, legato da una profonda amicizia e collaborazione con l’Architetto Le Corbusier, di passaggio a Orani (suo paese di origine e anche dello stesso Chironi) affidò alla famiglia del fratello “Chischeddu” un progetto firmato dal grande architetto, con l’auspicio che, lui e i figli muratori, in procinto di costruire una nuova casa, seguissero scrupolosamente le istruzioni contenute all’interno. L’importanza di questo lascito non fu però recepita. Tempo dopo Costantino, rientrato da Long Island, notò che la casa costruita non corrispondeva affatto alle caratteristiche del progetto che, a detta di tutta la famiglia “non aveva né porte né finestre e assomigliava più a un tugurio che a una casa”. Costantino Nivola reagì riprendendosi quel progetto, di cui oggi non si conosce più il destino. La casa, che si trova tuttora a Orani, costruita preferendo all’idea modernista del maestro una funzionalità popolare riporta, forse, solo “l’umore” di quell’originalità ignorata.

    Prendendo spunto da questo episodio reale, Cristian Chironi individua il potenziale narrativo per un’analisi di una serie di relazioni nel contemporaneo, legate al concetto di comunicazione, lettura e interpretazione, con conseguenti implicazioni linguistiche e socio-politiche. Calandosi, in un periodo storico di difficile e precaria stabilità economica, in quell’impossibilità a possedere una casa di proprietà e prendendosi nel cambio di baratto la libertà di abitare le case di Le Corbusier presenti al mondo. Chironi fa di queste abitazioni “postazioni di osservazione privilegiate”, per capire com’è oggi recepita l’eredità di Le Corbusier e in che condizioni si trova “la casa degli uomini”. Una resa dell’architettura attraverso il racconto e la presa diretta della sua dimensione spazio temporale, dove si potrà discutere e vedere l’artista al lavoro, assistere ad eventi, documentarsi sul materiale raccolto o bere semplicemente un caffè.

    La prima tappa di questa geografia dell’abitare è il Padiglione Esprit Nouveau di Bologna, cui farà seguito ad aprile 2015 l’appartamento-studio in rue Nungesser et Coli a Parigi.

    L’esperienza di Cristian Chironi all’Esprit Nouveau durerà tre settimane, dal 7 al 25 gennaio 2015, e sarà scandita da una settimana di lavoro solitario, una successiva in cui il visitatore potrà interagire direttamente con l’artista e verrà ospitato all’interno dell’abitazione ed una di apertura al pubblico in forma di mostra durante i giorni di  ART CITY Bologna in occasione di Arte Fiera.

    Il Padiglione Esprit Nouveau, originariamente realizzato da Le Corbusier a Parigi nel 1925, è stato ricostruito a Bologna nel 1977, nell’attuale zona fieristica, attraverso lo sforzo congiunto degli architetti Giuliano Gresleri e Josè Oubrerie, su iniziativa dell’Ente Fiera e del Comune di Bologna, e dal 2011 è stato concesso in uso gratuito alla Regione, che l’ha riaperto al pubblico come centro di promozione culturale sui temi della città e del territorio, polo della rete regionale degli Urban Center. Il progetto My house is a LeCorbusier si inserisce a pieno titolo nella programmazione degli eventi ospitati presso il Padiglione dell’Esprit Nouveau in quanto promuove una riflessione sulla fruizione abitativa delle opere di Le Corbusier.

    My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau Bologna) è sostenuto dalla Fondation Le Corbusier di Parigi in collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Xing, Regione Emilia-Romagna, documentato dalla pubblicazione realizzata da MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro e promosso da ART CITY Bologna 2015 in occasione di ARTE FIERA.